SOCIETÀ

Luce nel tunnel della depressione

Nel nostro bel cantone 3/4 della popolazione dichiara di sentirsi bene, eppure una persona su 10 asserisce di avere dei sintomi depressivi da medio a gravi.

Come è stato affermato da Paolo Beltraminelli, Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento della Sanità e della Socialità del Cantone Ticino, in occasione della giornata mondiale della salute, la depressione potrebbe colpire intorno alle 20 mila persone in Ticino. Attualmente riconosciuta come patologia psichiatrica più trattata negli ospedali in Svizzera, è anche la causa delle più lunghe ospedalizzazioni. Non solo un costo per le casse malati quindi, ma anche una piaga sociale che ha registrato un aumento a livello planetario del 20% negli ultimi 10 anni. Vogliamo pertanto parlarne per conoscere meglio il problema, imparando così a difenderci meglio. Aiutati da Laura Bellia, donna di fede e psicologa che da anni è a sostegno di persone che sono cadute anche in questo buco nero, vogliamo trovare risposte e, perché no, anche una strada che ci parli di guarigione.

Che cos’è la depressione, come si manifesta e quali sono i suoi sintomi?
Colpisce persone di tutte le età, inclusi i bambini. È in aumento tra adolescenti e giovani. Si manifesta con sintomi che differiscono per intensità, durata, frequenza e origine: tristezza, spesso accompagnata da pessimismo e mancanza di speranza, apatia/inerzia, che rendono difficile ogni azione e ogni decisione, stanchezza generale, mancanza di energia e di interesse, scarsa autostima, spesso accompagnata da autocritica, senso di colpa, di vergogna, di svalutazione, perdita di spontaneità, alterazione del ritmo sonno/veglia, difficoltà di concentrazione, perdita di appetito.

Secondo il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità la fascia over 65 e le donne sono maggiormente colpite: ci potrebbe dire, secondo lei, quali potrebbero essere le cause?
Come dicevo prima, stiamo osservando un incremento anche nelle fasce di età più basse, tant’è vero che in alcuni Paesi trattano farmacologicamente anche i minori. La fascia over 65 potrebbe patire un’assenza di progettualità a lungo termine, un senso di inutilità, avendo raggiunto l’età pensionabile e figli grandi già autonomi, spesso troppo occupati per mantenere una relazione soddisfacente con i genitori. Le donne hanno una sensibilità e una risposta alle sfide quotidiane molto diverse da quelle maschili. In una società che genera molta pressione, spesso vivono un senso di solitudine e invisibilità, alimentando sentimenti di rabbia e ribellione che spesso reprimono e che sfociano poi in attacchi di panico o depressione.

Quali sono le cause principali?
Le cause possono essere biologiche: prolungata mancanza di sonno; di esercizio fisico; effetti collaterali di droghe; malattie o alimentazione scorretta. La sindrome premestruale, la menopausa o la nascita di un bambino possono essere fattori predisponenti a forme più o meno lievi. Tra le cause psicologico-cognitive annoveriamo: storia familiare, stress o perdite importanti, solitudine, pensiero negativo e pessimistico soprattutto riguardo alla vita in generale, a se stessi e al futuro, rabbia repressa, senso di colpa.

Come si può contrastare la depressione?
Correggendo tutti quei fattori di cui accennavo prima, laddove sia possibile farlo. Sviluppando relazioni interpersonali di qualità, interessi di vario tipo, attività fisica, comprensione dei propri limiti, accettazione di sé e degli altri, ricerca spirituale profonda.

Secondo lei la fede può aiutare ad uscire da questo problema? Perché?
Certamente sì! In alcuni casi può addirittura prevenirne l’insorgenza, perché chi ha fede ha una chiave di lettura delle situazioni più positiva rispetto a chi non ce l’ha. In altri casi può comunque aiutare ad attraversare momenti depressivi senza mai raggiungere la devastante sensazione di disperazione e perdita di speranza a tutto campo. Sapersi oggetto dell’amore di Dio soddisfa il bisogno intrinseco di valore, significato e sicurezza, che sono alla base di una vita vissuta serenamente. La certezza del sostegno e del soccorso di Dio annulla il senso di solitudine e di mancanza di aiuto tipici della depressione.

Parlando di soluzioni, esiste una speranza per tutti di uscire dal tunnel della depressione?
Sì: è Dio stesso a fare questa promessa: “Infatti io so i pensieri che medito per voi, pensieri di pace e non di male, per darvi un futuro e una speranza…”, poi ripresa da Gesù: “Io vi lascio pace, vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti…”. È Lui il Principe della pace, sono le Sue parole la terapia più efficace! Ci comanda di amarci gli uni gli altri, perché la chiave della serenità è l’amore. Riscoprendo e applicando tutti i princìpi che Gesù ci insegna: solidarietà, capacità di ascolto, generosità, perdono; riacquistiamo fiducia nelle nostre capacità di essere a nostra volta portatori di speranza. Vale la pena provare, no? (VP)

 

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