SOCIETÀ

«La paura e le insicurezze fanno parte della vita»

«Riporre la fiducia in qualcuno che è più grande di noi e che ha il controllo può dare serenità, protezione e sicurezza», spiega il terapeuta sociale Claudio Agosta.

FacciaAFaccia: Da dove proviene il nostro bisogno di sicurezza?

«L’essere umano ha delle necessità e molti studiosi hanno provato a suddividere in categorie questi bisogni primordiali. Tutte le correnti psicologiche o filosofiche sono concordi nel riconoscere che il bisogno di sicurezza è tra le esigenze fondamentali dell’uomo. Dopo i bisogni fisici e accanto al bisogno di sentirsi amati, apprezzati, al bisogno di appartenenza, di progettualità, di riconoscimento e altri ancora, il bisogno di crescere e vivere in un ambiente che garantisca sicurezza (e dunque protezione, certezze e serenità) è di sicuro un bisogno molto importante. ».

In che modo possiamo procurarci sicurezza?

«Dio poteva decidere di progettarci in maniera diversa, per esempio poteva stabilire che, dopo la nascita, in pochi giorni diventassimo adulti e indipendenti. Ha però scelto di crearci completamente dipendenti dai nostri genitori per i primi anni di vita. Credo che il padre sia la figura più importante per il bambino o la bambina in crescita: assieme alla madre ha il compito principale di assicurare un ambiente protetto e sereno, che farà da humus a quella parte di identità dell’essere umano che gli fa credere profondamente «io posso, so che sono in grado, la vita è difficile ma ce la posso fare». Nella fase adulta possiamo poi accrescere il senso di sicurezza acquisendo competenze laddove riconosciamo delle lacune».

Come può la vita con Dio darci sicurezza?

«La tendenza dell’essere umano è quella di cercare sicurezza nel lavoro, nei soldi, in relazioni significative. Tutte cose buone in sé, ma se diventano l’unica fonte di sicurezza ne diventiamo dipendenti. È sufficiente la perdita del lavoro o di una persona cara… ed ecco che il terreno sotto i piedi incomincia a sgretolarsi. La sicurezza che si basa sulla relazione con Dio, va oltre gli aspetti materiali o sociali, seppur anche quelli siano bisogni umani. È un sentimento profondo che dal di dentro dice: anche se crollasse il mondo, non avrei paura (Salmo 27:3). Solo la fiducia in qualcuno che è più grande di me, e che ha il controllo su ogni cosa che succede, può darmi quella serenità, protezione e sicurezza di cui stiamo parlando. In questo senso è anche importante conoscere il proprio destino, ossia dove andremo dopo la morte, perché non saperlo è una fonte di profonda insicurezza che spesso compensiamo con false sicurezze».

Che cosa possiamo fare quando abbiamo paura e ci sentiamo insicuri?

«La paura e le insicurezze fanno parte della vita e non dobbiamo vincere ogni paura o superare ogni insicurezza, bensì usare questi sentimenti come messaggi d’allarme che ci indicano che c’è qualcosa che non va. Quando questo succede, abbiamo l’occasione di fare qualcosa. Per esempio, se abbiamo paura di perdere il lavoro, probabilmente abbiamo riposto troppa fiducia su questo versante: possiamo quindi rivedere i nostri valori e in che cosa (anzi: in chi) riponiamo la nostra fiducia. Oppure, se ci sentiamo costantemente insicuri, possiamo chiederci com’è stata la relazione con il nostro padre: forse è stato carente nell’offrirci protezione. A questo punto possiamo decidere di perdonarlo, assumere le nostre responsabilità e chiedere a Dio di proteggerci. Un altro esempio riguarda l’insicurezza nelle decisioni: ci possiamo chiedere se siamo abituati a decidere tutto da soli e perché. In questo caso possiamo cercare in Dio la guida di cui abbiamo bisogno. Sappiamo che possiamo sbagliare, e quindi anche peccare, ma se riconosciamo i nostri errori Dio ci accoglie con il suo perdono e la sua grazia e questo ci libera da una moltitudine di ansie e di insicurezze. Chissà, forse Dio ci ha creati con il profondo bisogno di sentirci sicuri proprio per farci avvicinare a lui!»

Claudio.jpg

Claudio Agosta (49 anni)

Terapeuta Sociale ICP e Counsellor presso

Consultorio DELTA di Locarno 

Scrivi un commento