PERSONE

SE NON RICEVI IL MIRACOLO, DIVENTALO

Nick-Vujicick

Lui lo chiama il “cosciotto di pollo”. È un piede che gli spunta sotto il busto. I chirurghi ne hanno ricavato delle dita, con cui è capace anche di telefonare! Me lo mostra con orgoglio, e con il sorriso. Sì, un sorriso che non lo molla mai. Lui che avrebbe mille motivi per tenere il broncio, invece sorride, alla vita e a Dio. Questa che sto per raccontarvi è la storia di Nick Vucijic, un uomo che si è raccontato a tutto tondo in tutto il mondo, senza fare sconti. Ma parlando delle sue sofferenze, i suoi tormenti e il pensiero del suicidio che lo attanagliò quando era solo un bambino. Procediamo con ordine. Ho intervistato Nick in occasione della sua visita in Italia, per il centenario della Casa della Bibbia con sede a Torino, durante la conferenza stampa tenutasi al “Palaruffini” di Torino con oltre 4mila persone. Ma si consideri che in America si muovono per i suoi speech anche 50mila persone. “Il circo della farfalla”, il cortometraggio ispirato alla sua storia (ne è l’attore protagonista) ha superato i 60 milioni di spettatori. La testimonianza di quest’uomo è di grande ispirazione. Nato senza arti è oggi uno speaker internazionale che gira il mondo come oratore e motivatore. Autore di best-seller, è direttore dell’Associazione non lucrativa “Life Without Limbs”. Nato e cresciuto in Australia, vive in California, con la moglie e i due figli, ora in attesa di altri due gemelli! Ha preso due lauree e dell’autoironia ne ha fatto la sua cifra stilistica. Mette tutti a proprio agio, ma non è semplice intervistarlo. Nick ha già detto molto, forse tutto. Ma dopo esserci scambiati saluti, sorrisi e ringraziamenti, inizio la mia intervista.

Nick, vado subito al sodo. Quanto hai sofferto per arrivare fin qui?

Non poco. Premetto che oggi la mia condizione non è più un limite. Oggi giro il mondo per incoraggiare tante persone a superare le avversità con fede, speranza, amore e coraggio. Ma non posso nascondere che da piccolo ho sofferto. Mi addormentavo piangendo e sognavo di risvegliarmi e scoprire che mi erano cresciuti gli arti. Una volta tornai a casa da mia madre, dopo una brutta giornata trascorsa a scuola, dove ero vittima di bullismo. Non volevo vivere più senza arti. Mia madre pianse con me. Ho voluto sapere tutto sulla mia nascita. Non è stato semplice sapere che quando nacqui tutti, anche i miei genitori, furono colti da sgomento. Ma loro mi hanno poi amato incondizionatamente. Sono grato a loro per questo. Non abbiamo mai smesso di dialogare. Quando sono in giro per il mondo, vedo sofferenze indicibili. Per questo non mi lamento. Penso al verso biblico nei Romani: “tutte le cose cooperano al bene, per quelli che amano e temono Dio”. Ho sofferto, ma sono stato amato da Gesù, che ha sofferto più di me e di tutti. Lui ci ama, e questo mi rende felice.

Nick, sei qui in Italia, e parlerai anche ad un pubblico laico. Se dovessi spiegare loro il  valore della preghiera …

La preghiera è il modo per essere in contatto con Dio. Nella preghiera ho trovato il conforto. Spesso ci dimentichiamo di Dio, ma non Lui di noi. Lo dobbiamo cercare in preghiera. Ma non è solo qualcosa di astratto. Con la preghiera ho trovato la forza per vivere, ogni giorno. Qualcuno si sorprende perché riesco a palleggiare con la testa, uso il telefono, ho cambiato perfino il pannolino ai miei figli! Tutto questo perché ho pregato. Ma non sempre se preghiamo tutto ciò che chiediamo viene esaudito. Ripeto spesso a tutti: “Se non ricevi il miracolo, diventalo!”.

Cosa vorresti fare che ancora non hai fatto?

Io non mi reputo un religioso per eredità. Vivo la mia fede ogni giorno. In futuro mi auguro di continuare ad essere un motivatore per i giovani. Stiamo moltiplicando ogni anno il numero dei giovani che raggiungiamo. In Cina i miei video hanno totalizzato 900 milioni di visualizzazioni. Sento la responsabilità di tutto ciò. Prego perché possa continuare a coinvolgere predicando il messaggio di fede in Cristo Gesù. È Lui la via di salvezza. Io non sono un modello, un esempio poi così particolare; dobbiamo tutti guardare a Gesù. Tante cose che mi dicevano che non avrei mai potuto fare, poi le ho fatte. Con l’aiuto di Dio.

Redatto da Alessandro Iovino

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