Quand’anche tuo padre e tua madre ti abbandonassero, Io non ti abbandonerò, dice il Signore.
Oggi vogliamo parlare di aborto, vogliamo raccontare un punto di vista raro d’ascoltare, quello di una sopravvissuta, Gianna Jessen, che si definisce una testimone scomoda ma in contropartita anche una miracolata.
Una storia forte che vogliamo narrare per darti coraggio, per dirti che qualsiasi abuso o maltrattamento tu abbia mai subito, che provenga o meno da una persona cara, c’è ancora speranza di vita, perché esiste uno straordinario amore che può sanare le tue ferite, accettarti e colmare ogni vuoto oltre ogni misura.
Certe volte i bambini non arrivano al momento giusto come nel caso dei giovanissimi genitori di Gianna Jessen che a soli 17 anni non se la sentivano proprio di accogliere la loro piccola che da lì a poco sarebbe nata; così al settimo mese di gestazione, furono indirizzati a rivolgersi presso una rinomata clinica abortiva americana che nonostante la gravidanza fosse molto inoltrata, consigliò la pratica dell’interruzione di gravidanza utilizzando il metodo dell’aborto salino, che avrebbe dovuto procurare un’ atroce morte in utero, causando alla creatura ustioni interne ed esterne provocandone la cecità e la successiva morte per soffocamento.
Ma a sorpresa di tutti, questa cruenta e dolorosa nascita, porto alla luce una piccolissima bambina, di meno di un kilo, che non solo nacque viva ma lottava in modo audace per la sopravvivenza come aveva fatto per 18 ore in utero, fu quella sua determinazione a convincere addirittura un’infermiera della struttura, che approfittando dell’assenza del medico, decise di chiamare i soccorsi e trasferirla in un ospedale per prestagli il dovuto soccorso.
Un primo miracolo di una lunga serie, infatti salvò Gianna Jessen , che giorno dopo giorno, vinceva ogni pronostico negativo che verteva sulla sua vita, il tentativo di aborto seppur non gli aveva danneggiato la vista e non aveva arrecato ustioni aveva lasciato la bambina lungamente senza ossigeno procurandogli una paralisi celebrale.
Nonostante le sue condizioni in pochi mesi si stabilizzarono i medici pronosticavano per lei una vita allettata, pensando fosse per lei impossibile addirittura mantenere la testa eretta.
Ma una combattente come lei trovò addirittura un’alleata vincente, una mamma affidataria, che credeva in lei, pregava costantemente e faceva, nonostante le previsioni dei medici, la dovuta fisioterapia, che non solo la portò a tenere la testa dritta ma addirittura a gattonare e all’età di 3 anni a camminare seppur ancora oggi con qualche difficoltà.
Oggi Gianna si vanta di aver addirittura completato 2 maratone, in un tempo ovviamente non agonistico ma strabiliante per le sue condizioni fisiche, gira per il mondo raccontando come sia sopravvissuta e ora viva conduca una vita ricca e gioiosa nonostante, la disabilità, l’abbandono e la consapevolezza che i suoi stessi genitori non l’abbiamo voluta questo anche grazie alla sua fede in Dio.
È diventata una grande attivista contro l’aborto anche a tutela dei disabili e predica l’amore di Gesù, che è morto per ogni colpa sulla croce e vuole abbracciare tutti coloro che come lei sono stati feriti, in cerca di amore e perdono, in quanto afferma che non c’è errore troppo grande che il suo amore non possa coprire.
Dalle avversità può nascere una grande gioia. Io non posso stare in questo mondo senza testimoniare l’amore di Cristo che ogni giorno ringrazio per il dono della vita che mi ha voluto fare nonostante l’odio degli uomini. Ben poca cosa rispetto alla Sua misericordia.
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